Capire gli altri
- Admin
- 9 dic 2017
- Tempo di lettura: 2 min
5º appuntamento con la PNL
Per riprendere e semplificare i concetti precedenti, vi lascio un piccolo riassunto in merito ai tre canali sensoriali.

Da questo punto possiamo dire che la PNL studia l’esperienza soggettiva.
Noi vediamo, ascoltiamo, sentiamo ciò che la nostra mente seleziona (quindi lo sceglie) e percepisce (da quegli stimoli scelti) la realtà attraverso i canali V, A e K. Alla fine comunichiamo con gli altri in base a cosa recepiamo.
La nostra esperienza non è "a tutto tondo" ma parziale; l'esperienza è una mappa ma non è il territorio, il territorio è la moltitudine empirica del sensibile.
In parole povere, il territorio è l’insieme delle esperienze singole (e quindi parziali), cioè vissute da tutti gli individui.
L'esperienza è una mappa soggettiva e ciò che resta nella nostra mente, di questo evento, non è certamente l’esperienza totale (o il territorio).
Kordansky:
Linguista e semantico*.
*(la semantica, è quel ramo della linguistica che si occupa del significato del linguaggio.)
Kordansky, proprio attraverso il linguaggio, ha evidenziato l’impossibilità di esperienziali tutta la realtà. Possiamo espandere la nostra mappa attraverso l’arricchimento di altre mappe, questo si può fare tramite la comunicazione ad esempio. In merito a questo dobbiamo anche ricordarci una cosa; quando stiamo comunicando con altri individui dobbiamo ricordarci che la nostra mappa ha delle malformazioni semantiche.
Cerco di spiegarmi meglio con un esempio, per la persona A il concetto "Roma" significa bellezza e grandezza mentre per la persona B "Roma" significa sporcizia e vandalismo.
Non esiste in questo caso il pensiero giusto o sbagliato, esistono varie facce della medaglia e in questo caso sono tante quante tutti gli essere umani.
Vediamo ora di introdurre un nuovo concetto di PNL: la Calibrazione.
Con il giusto allenamento puoi imparare a capire lo stato d’animo delle persone e soprattutto quando cambia eccome modificarlo.
Es. Dopo tanto tempo incontrate un vostro caro amico e così decidete di prendervi una tazza di caffè assieme e chiacchierare un po’. Il vostro amico è felice, ma succede qualcosa e si rattrista. Avete due possibilità: non capire cosa stia succedendo e non agire oppure comprendere i cambiamenti d’umore e andare ad agire per aiutare l’amico (in questo caso).
È importantissimo ricordare che la calibrazione ti permette di capire se la tua comunicazione è efficace oppure no.

Se mentre parlate vi accorgete che una persona da felice diventa annoiata, significa che qualcosa non va nelle vostra comunicazione.
Abbiamo spesso cambiamenti di umore; per percepire quelli degli altri basta solo concentrarsi meno su noi stessi e cercare di leggere di più l’altro.
Durante la conversazione spostate il Focus, da voi a lui/lei.
Conseguenza: risponderete più lentamente e non è un problema, anzi, tutto riguadagnato perché avrete più tempo per pensare ad una risposta.
A volte le critiche escono dalla nostra bocca quasi spontaneamente e a volte non ci sembrava nemmeno il caso di dirlo. Abituati a rispondere in modo veloce e purtroppo anche (stra-)abituati a criticare l’idea o il lavoro degli altri, facciamo un errore dietro l’altro che ci allontana drasticamente dei veri risultati dalla comunicazione.
Concludo con questo concetto di Voltaire, che racchiude il principio per poter comunicare.
“La scelta più coraggiosa che puoi prendere ogni giorno è quella di essere di buon umore.”
C.F.
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