Crowdfunding con le cryptovalute
- Gianluca Balzarotti
- 16 dic 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Nel 2017 si sono create le condizioni per portare in modo dirompente l'attenzione e l'interesse per Blockchain e cryptovalute a livello di utente comune. La causa scatenante è molto probabilmente da ricercare nel fenomeno delle ICO, attualmente il caso di maggiore successo di utilizzo di Ethereum.
Una ICO (Initial Coin Offer) è un meccanismo di fund-raising simile ad un crowd-funding decentralizzato, nel quale un'azienda raccoglie cryptovaluta assegnando in contropartita una certa quantità di token.
I token possono avere molteplici utilità per l'utente che li acquista, dalla possibilità di usufruire di specifici servizi fino al diritto di dividend sharing.

Tecnicamente il meccanismo è istantaneo e sicuro. Inoltre i token diventano in modo immediato scambiabili su piattaforme specializzate tipiche delle cryptovalute rendendo liquidabile l'investimento nel giro di pochissimo tempo. Pertanto, mentre un investimento tradizionale in una start-up è oggi riservato ad una base ristretta di investitori (tipicamente venture capitalist) che difficilmente possono liquidarlo sino ad IPO (tipicamente dopo un periodo tra 5 ed 10 anni), in una ICO l'investimento ha una base potenziale tecnicamente illimitata con possibilità di scambio e quindi di liquidabilità pressoché immediata. I rendimenti per alcune di queste ICO sono stati elevatissimi. Nel solo 2017 sono stati creati circa 70 fondi che investono in cryptovalute in modo esclusivo o parziale. Si stima che entro la fine dell'anno ne verranno creati un totale di 150. La capitalizzazione dell'intero settore ha superato nelle ultime settimane i 200Bln di $ con un apprezzamento da inizio anno del settore di oltre il 1000%. Moltissimi clienti retail (oltre 50mila nuovi utenti al giorno sulle principali piattaforme di acquisto di cryptovalute) si stanno affacciando a questo nuovo universo estremamente variegato di monete virtuali e token. La complessità del fenomeno è molto elevata e la possibilità di comprensione per un investitore retail in questa fase è estremamente limitata con rischi elevati di perdita completa del capitale. Gradualmente si assisterà ad una maggiore regolamentazione del fenomeno al fine di tutelare il piccolo risparmiatore. In altri casi, pur sottolineando molti tratti del fenomeno attuale come tipici di quelli di una bolla speculativa, viene anche riconosciuto il carattere potenzialmente dirompente di questo nuovo meccanismo tecnologico ed economico, tale non solo da creare una possibile nuova asset class destinata a rimanere nel tempo ma di cambiare gli assetti dell'ecosistema finanziario attuale.
G.B.
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